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La nuova IOMed: da Hong Kong una proposta per una pacifica soluzione dei conflitti

2025-06-01 21:00

Filippo Bovo

La nuova IOMed: da Hong Kong una proposta per una pacifica soluzione dei conflitti

La nuova International Organization for Mediation (IOMed) tenuta a battesimo lo scorso venerdì 30 maggio ad Hong Kong dà nuovi strumenti e possibilità

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La nuova International Organization for Mediation (IOMed) tenuta a battesimo lo scorso venerdì 30 maggio ad Hong Kong dà nuovi strumenti e possibilità per il dialogo e il confronto ad un ordine internazionale in costante e rapida evoluzione. Ne trae certo un primo vantaggio, insieme a quanti vi aderiscono trovandovi d'ora in avanti una sede per discutere pacificamente le loro controversie internazionali, anche la stessa Hong Kong: un tempo simbolo del colonialismo britannico in Cina, oggi è invece esempio di cosa quest'ultima, una volta ristabilitavi la propria sovranità, sia stata in grado di fare per premiarne da un lato il modello economico e di sviluppo, ulteriormente elevandolo verso l'alto, e dall'altro per integrarlo al resto della Madrepatria, secondo il principio di “uno Stato, due sistemi”. Hong Kong è dunque una vetrina d'eccellenza delle capacità di Pechino nel portare avanti processi armonici e costruttivi al proprio interno e così pure all'esterno, rivolta non soltanto all'Asia e al Pacifico ma anche al resto del pianeta, per la sua centralità e natura internazionale. Insomma, forse per la novella IOMed non poteva proprio esser scelta una sede più appropriata di Hong Kong.

 

A parteciparvi sono sin da ora 32 paesi, col ruolo di partner fondatori: la loro presenza testimonia già di per sé la grande fiducia e così pure le tante aspettative riposte. Il loro elenco comprende nomi come Pakistan, Malaysia, Thailandia, Laos, Cambogia, Serbia, Timor Est, Indonesia, Sri Lanka, Vietnam, Mongolia, Iran, Russia, Bielorussia, Nicaragua, Honduras, Brasile, Venezuela, Colombia, Bolivia, Cuba, Mali, Burkina Faso, Niger, Sudafrica, Namibia, Mozambico, Uganda, Algeria, Isole Salomone. Non si prospetterà come un'alternativa alla sola Corte Internazionale di Giustizia, ma anche ad altre analoghe entità, internazionali, intergovernative o sovranazionali, ad oggi paralizzate od ingolfate nel ruolo e nell'azione dai continui boicottaggi reciproci. Oltre ai 32 paesi firmatari della Convenzione fondativa dell'IOMed, alla cerimonia hanno partecipato anche i rappresentanti d'altri 50 paesi e di quasi 20 organizzazioni internazionali, cominciando dalla stessa ONU, tutte giunte a salutare la nuova “istituzione collega”. 

 

Sebbene alcuni attori internazionali, come ad esempio l'Unione Europea, abbiano criticato l'iniziativa giudicandola un atto di sfida all'esistente ”ordine internazionale basato su regole", in realtà ciò che l'IOMed incarnerà non sarà affatto nulla del genere: al contrario, fornendo nuovi spazi per sanare le controversie internazionali ai paesi coinvolti, potrà costituire pure un utile stimolo per le altre organizzazioni affinché rimedino a molte delle loro inerzie, ritrovando molto del loro potenziale o della loro perduta efficacia. Bene o male, è un principio di mercato, di “libera concorrenza”: starà alle vecchie istituzioni sin qui guidate in prevalenza dai paesi occidentali sfruttare quell'occasione anziché chiudersene fuori, condannandosi ad una temuta e crescente marginalità. 

 

E' quanto ha detto anche il ministro degli Esteri cinese Wang Yi, spiegando che l'obiettivo dell'IOMed sarà proprio quello di promuovere delle pacifiche risoluzioni per le varie dispute e al contempo favorire l'amicizia e la cooperazione tra i paesi. La comunità internazionale, sin qui segnata sul piano del diritto internazionale soprattutto da un predominante esercizio dei paesi occidentali, al punto che lo stesso concetto di “comunità internazionale” aveva finito agli occhi di molti per diventarne un loro sinonimo, troverà dunque un nuovo canale con cui farsi sentire a livello globale e soddisfare le proprie divisioni. E' anche l'affermazione di un modello nuovo, che trova nel confronto pacifico e costruttivo la soluzione per sanare tutte le conflittualità di volta in volta affioranti tra i vari attori internazionali. Nell'ordine globale a carattere sempre più multipolare e multilaterale, l'arrivo di nuovi organismi costituisce dunque un gradito arricchimento, utile anche ai vecchi protagonisti: ecco perché la loro preoccupazione appare alquanto immotivata. Non diversamente continuerà a risultarlo anche in futuro, quando intuibilmente altri paesi aderiranno alla nuova piattaforma.

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