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Solide basi storiche e culturali alimentano la cooperazione tra Cina e Italia

2024-11-14 18:00

Filippo Bovo

Solide basi storiche e culturali alimentano la cooperazione tra Cina e Italia

Nei giorni dal 7 al 12 novembre scorsi il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella s'è recato in visita di Stato in Cina, così esprimendo la chia

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Nei giorni dal 7 al 12 novembre scorsi il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella s'è recato in visita di Stato in Cina, così esprimendo la chiara volontà del nostro Paese a mantener sempre vivo il produttivo dialogo stabilitosi dallo scorso luglio, col ventennale del Partenariato Strategico Cina-Italia del 2004 e la firma del nuovo Piano Triennale, volto a potenziarne l'azione. Quella del Presidente Mattarella è stata dunque la seconda visita di Stato di una figura apicale delle nostre istituzioni dopo quella compiuta dalla premier Giorgia Meloni proprio lo scorso luglio, anticipata e succeduta anche da quelle d'altre importanti figure dell'ambito governativo e ministeriale. Non poteva esserci probabilmente un anno migliore per un simile rilancio nei rapporti sino-italiani, considerando che il 2024 è anche il 700° Anniversario dalla morte di Marco Polo, figura ben più che leggendaria e già negli scorsi mesi onorata nella propria memoria con numerose iniziative di grande spessore politico e culturale sia in Cina che in Italia oltre a quelle tuttora in corso.

 

Come facilmente immaginabile, i rapporti tra Cina e Italia sono stati al centro dei colloqui tra Mattarella e il suo omologo Xi Jinping fin dal principio della visita, con l'incontro coi rappresentanti del Forum Culturale Cina-Italia oggi attivo più che mai nel commemorare, con la figura di Marco Polo, anche la storica attualità dei rapporti tra i due Paesi, entrambi discendenti di antiche civiltà plurimillenarie verso un avvenire che sentono sempre più comune; insieme a loro, i due Presidenti hanno incontrato anche i rappresentanti dell'organizzazione per il Dialogo tra Presidenti delle Università, che ugualmente tanto hanno contribuito al preservarsi e al fortificarsi di tali rapporti, soprattutto sul piano culturale ed accademico. Presto tra Roma e Pechino si stabiliranno nuove collaborazioni in campo accademico con nuove cento opportunità di scambio per gli studenti italiani, nonché soprattutto la creazione di campus e centri di ricerca congiunta: il tutto secondo il dichiarato scopo di creare nuove generazioni di “moderni Marco Polo”. E' un obiettivo tanto ambizioso quanto necessario, persino doveroso. 

 

Con grande soddisfazione, il Presidente Xi ha notato come tutti questi scambi abbiano infatti rafforzato proprio la comprensione reciproca tra i due Paesi, contribuendo ad un sempre maggior loro avvicinamento denotato ad esempio dalle collaborazioni in vari eventi culturali, sui siti UNESCO o ancora nella ricerca accademica, tutte tematiche forse un tempo erroneamente giudicate secondarie da molti italiani ma che al contrario oggi sempre più si dimostrano essenziale per un buono sviluppo sia economico che nei rapporti col resto del mondo. La cultura e la sua valorizzazione, in pratica, aiutano ed alimentano il dialogo, favorendo così rapporti costruttivi e distesi con tutti. Se parliamo di cultura, dobbiamo ricordarcelo sempre, tanto la Cina quanto l'Italia non possono affatto lamentarsi: proprio perché eredi di civiltà plurime e millenarie, possono studiarsi e scoprirsi a vicenda, anche aiutandosi l'un l'altra nell'approfondire ancor più questa simbiosi; e la cultura, si sa, è un tema che spazia dalla più remota antichità al più avveniristico dei futuri. Ne potrebbero essere prova i campioni di suolo lunare prelevati dalla missione spaziale cinese Chang'e 5, chiara espressione dell'elevato livello raggiunto dalla Cina odierna nella tecnologia spaziale, che il Presidente Xi ha voluto regalare a Mattarella. 

 

L'Italia, come del resto anche la Cina, non è stata tra le prime a giungere nello spazio, visto che furono sovietici ed americani ad ingaggiare per primi la corsa allo spazio detenendola per lungo tempo; ma in seguito s'è aggiunta nel quadro di missioni internazionali, frutto di varie cooperazioni, coi propri validi astronauti e le proprie tecnologie realizzate dalle punte d'eccellenza della propria industria aerospaziale, a cui agenzie come NASA ed ESA molto hanno dovuto per i loro successi. La Cina, invece, è un grande attore capace di muoversi nello spazio con autonomia, amplificando sempre più il proprio livello tecnologico al punto da scalzare la supremazia dei vecchi protagonisti occidentali, finora troppo riluttanti a collaborare coi suoi tecnici e scienziati. La comprensione tra Cina ed Italia in questo campo, non soltanto sul piano della ricerca accademica, potrebbe dunque costituire un buon esempio anche per molti altri partner occidentali in futuro. Ancora, vari eruditi, studiosi e scienziati cinesi ed italiani con grande profitto hanno studiato fin dall'antichità l'universo e la sua composizione, elaborando teorie e scoperte davvero rivoluzionarie per i loro tempi: pensiamo, solo per il caso italiano, a Galileo Galilei; pure questa è una cosa che accomuna i due Paesi, indicando quanto sensata e riguardosa sia stata la scelta del Presidente cinese di far dono al suo omologo italiano proprio di così preziosi campioni lunari.

 

Ma, proprio perché la cultura abbraccia i secoli più lontani, dalle proprie origini fino al futuro più lontano, dopo lo spazio torniamo al nostro pianeta, al suo sottosuolo e alle preziose testimonianze archeologiche che è capace di preservare fino al giorno della loro scoperta. Proprio in occasione della sua visita in Cina, il Presidente Mattarella ha celebrato col Presidente Xi la restituzione nella Grande Sala del Popolo di Pechino di 56 preziosi reperti storico-archeologici cinesi, che vanno ad aggiungersi ai 796 già riconsegnati nel 2019 ad ulteriore suggello del rafforzamento della cooperazione sino-italiana sul piano del patrimonio culturale. A tal proposito, parlando proprio di cooperazione in materia culturale, artistica ed archeologica, tante sono poi state finora le missioni archeologiche congiunte tra studiosi italiani e cinesi che hanno portato ad importanti risultati comuni, e tante altre ancora s'aggiungeranno certamente in futuro; ma al contempo vi sono anche le grandi esibizioni artistiche e museali italiane in Cina e cinesi in Italia che attirano migliaia di visitatori, come quella della Biennale di Venezia in trasferta speciale ad Hangzhou, città che nei suoi antichi viaggi Marco Polo definì la “più bella del mondo”, con un'esposizione di quaranta opere di diciotto artisti, tutte dedicate proprio alla forte interazione sino-italiana e all'importanza dell'odierno 700° Anniversario. 

 

Ancora, vi sono i concerti che permettono al pubblico d'entrambi i paesi una conoscenza reciproca delle proprie storiche e prestigiose scuole liriche e musicali: il tutto sempre nel segno di Marco Polo, di quel suo spirito di contatto e di comunanza che il suo lungo viaggio di più di 700 anni fa riuscì a fondare non soltanto tra Oriente ed Occidente, tra Cina ed Italia, lungo l'allora già antico e leggendario solco della Via della Seta. Presto, per esempio, in tournée per tutta la Cina vi sarà il Balletto di Roma, mentre proprio in questi giorni si tengono esibizioni di Opera con artisti italiani ed orchestre cinesi; tra cui, solo per citare una delle più note, la “Turandot” partorita dal grande genio musicale italiano di Giacomo Puccini ed ambientata proprio nella Cina imperiale. 

 

 

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