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Positivi i confronti tra Cina e Stati Uniti a Pechino, auspicabili i frutti di rapporti più consistenti

2024-09-04 00:00

Filippo Bovo

Positivi i confronti tra Cina e Stati Uniti a Pechino, auspicabili i frutti di rapporti più consistenti

Il 27 e 28 agosto scorsi Cina e Stati Uniti hanno tenuto un ciclo di colloqui ad alto livello, che hanno visto a Pechino il faccia a faccia tra il Min

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Il 27 e 28 agosto scorsi Cina e Stati Uniti hanno tenuto un ciclo di colloqui ad alto livello, che hanno visto a Pechino il faccia a faccia tra il Ministro degli Esteri cinese Wang Yi e il Consigliere per la Sicurezza Nazionale americano Jake Sullivan. Gli incontri, come riportato dalle varie fonti, si sono svolti in un clima cordiale e costruttivo, che ha consentito alle due parti di evidenziare una serie di questioni di reciproco interesse e ben più che nodali. Al loro termine, i due rappresentanti hanno concordato su un nuovo ciclo di dialogo tra i loro capi di Stato da tenersi in un prossimo futuro, secondo la necessità di proseguire ed implementare l'importante consenso che avevano raggiunto all'ultimo vertice di San Francisco, mantenere a tutti i livelli scambi e comunicazioni reciproche, continuare congiuntamente la cooperazione volta al contrasto della droga, dell'applicazione del diritto, del rimpatrio dei migranti illegali e nella lotta al cambiamento climatico, nonché stabilire videoconversazioni tra i rispettivi comandi militari e cooperare unitamente anche sul fronte dell'intelligenza artificiale (AI).

 

Il Ministro Wang ha indicato cinque punti su cui dovranno d'ora in poi caratterizzarsi le relazioni sino-statunitensi: 1) rispettare scrupolosamente le linee di condotta nel tempo indicate e concordate dai due rispettivi capi di Stato; 2) onde evitare pericolosi dissapori, rispettare altrettanto scrupolosamente i tre comunicati che regolano gli accordi sino-americani; 3) sempre intuibilmente per lo stesso motivo, intrattenere sempre i propri rapporti in maniera paritaria e reciproca; 4) incoraggiare un sostegno pubblico affinché tali rapporti sempre si mantengano sani e produttivi anche nel futuro; 5) e sviluppare una corretta e reciproca percezione tra le due parti, così da assicurare una coesistenza pacifica.

 

Già in occasione del terzo Plenum del XX Comitato Centrale del PCC dello scorso luglio, il Ministro Wang aveva espresso tutto il proprio ottimismo per il previsto incontro col Consigliere Sullivan, vedendovi un'importante occasione per Cina e Stati per approfondire la loro conoscenza reciproca e sviluppare più armonicamente i rispettivi rapporti. Inoltre, tale incontro avrebbe fornito a Pechino anche nuovi punti su cui lavorare per le proprie riforme ed aperture. Varie sono le materie indicate dal Ministro Wang e che ad oggi ancora dividono Cina e Stati Uniti, gravi pomi della discordia su cui le due parti devono attraverso metodi politici e diplomatici giungere ad una piena soluzione. 

 

In primo luogo, secondo il Ministro, gli Stati Uniti dovrebbero mantenere i loro impegni già assunti con Pechino di non sostenere l'indipendenza dell'Isola di Taiwan, perché già oggi ciò appare come il più grave rischio per la pace e la stabilità tra le due sponde dello Stretto. Washington dovrebbe pertanto rispettare il principio di "una sola Cina", già sottoscritto e ribadito proprio nei tre comunicati congiunti, che analogamente ancora non rispetta del tutto. Assumersi pienamente tali responsabilità, già firmate da tempo, cesserebbe la politica americana di militarizzazione di Taiwan favorendone una pacifica riunificazione con la Madrepatria cinese.

 

In termini di sicurezza, invece, gli Stati Uniti dovrebbero smettere di boicottare Pechino nelle materie economiche e tecnologiche allo scopo di frustrarne i legittimi interessi nazionali. Un esempio è dato dalle accuse di “sovrapproduzione” che gli Stati Uniti hanno spesso rivolto alla Cina così da giustificare le proprie politiche di protezionismo condannate dal WTO, con risultati che vanno a danno dello sviluppo comune e degli sforzi mondiali per la decarbonizzazione e il passaggio all'energia verde. 

 

Anche in merito al Mar Cinese Meridionale e alle sue isole, su cui da anni gli Stati Uniti hanno aperto insieme ai propri alleati sia regionali che internazionali lunghi contenziosi, la Cina intende salvaguardarvi fortemente la propria sovranità territoriale, così come i diritti marittimi che ne derivano. Pertanto, ricordando la basilare importanza del DOC (Dichiarazione di condotta delle parti nel Mar Cinese Meridionale), che le Filippine in questo momento contribuiscono a violare avvalendosi del sostegno di Washington, Pechino invita anche quest'ultima a cessare con richieste di trattati bilaterali ed altri favoritismi non previsti dal diritto analogamente mirati a vanificarlo.

 

Infine, circa il conflitto nel Donbass, la Cina rinnova il proprio impegno alla promozione di un dialogo volto alla cessazione delle ostilità, al raggiungimento della pace e all'individuazione di soluzioni politiche alla crisi politica e militare ucraina. Di fronte a tale disponibilità, gli Stati Uniti dovrebbero approfittare e rendersi collaborativi anziché scaricare su Pechino responsabilità che non ha, come ad esempio quella di alimentare il conflitto. Le accuse frequentemente rivolte a Pechino dagli Stati Uniti di contribuire al sostegno militare di Mosca, per esempio, sono mirate a delegittimarne l'immagine internazionale come principale paese mediatore nella crisi e a distrarre l'attenzione comune da chi, ovvero proprio Washington e Bruxelles, realmente in questo conflitto arma massicciamente uno dei due contendenti. Analogamente, gli Stati Uniti dovrebbero smettere di sfruttuare queste pretestuose accuse per portare avanti le proprie illegittime sanzioni a Pechino. 

 

Il successivo 29 agosto il Consigliere Sullivan ha incontrato anche il Presidente cinese Xi Jinping, che gli ha ricordato come in un momento del genere l'opinione pubblica mondiale desideri solidarietà e collaborazione, e non scontri e contrapposizioni. Cina e Stati Uniti dovrebbero quindi insieme impegnarsi per raccogliere questa richiesta di maggiori aperture e benessere, agendo con responsabilità in questa come in ogni altra fase storica, e garantendo unitamente sicurezze per la pace mondiale e lo sviluppo comune. Sebbene rispetto al passato si siano registrati degli importanti cambiamenti tra i due paesi, molte sfide rimangono ancora da affrontare perché i rapporti reciproci possano dare ai rispettivi popoli e all'intera comunità mondiale i loro frutti migliori. Di conseguenza, Pechino ricorda la propria disponibilità affinché i rapporti restino sempre stabili, costruttive e fruttuose per ambo le parti, secondo principi come il rispetto reciproco, la coesistenza pacifica e la cooperazione reciprocamente vantaggiosa, ma anche la tutela della propria sovranità, sicurezza ed interesse a perseguire il proprio sviluppo nazionale; il tutto sempre mantenendo come rigoroso dogma la tradizionale amicizia tra popoli cinese ed americano. 

 

Appare quindi fondamentale, affinché i rapporti tra Cina e Stati Uniti si mantengano sempre armoniosi ed equilibrati, a beneficio della salute mondiale, che Washington cominci a vedere nello sviluppo della sua controparte una grande opportunità anziché una minaccia, adottando una visione più realistica e pacifica; e che faccia così del proprio meglio per garantire che la naturale e conseguente concordia comune che se ne verrebbe ad instaurare fornisca anche al resto del mondo quelle necessarie risposte che le sue inequivocabili istanze devono ottenere.  

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